mercoledì 15 dicembre 2010

CyberWar 4 WikiLeaks



La comunità underground pro Assange si sta mobilitando in suo favore. Sono molti i sostenitori di Wikileakes. È già stato minacciato il Regno Unito di mandare in tilt il sistema, bloccando i siti del governo e segno di protesta.
L’apparato governativo britannico è già in allerta, ma ieri gli hacker hanno già dato segno della propria abilità, mettendo in rete le password di circa 1.3 milioni di utenti del sito di gossip Gawker e continuano a seminare il panico. Amazon, il più grande “dettagliatore” online, ha dichiarato che la sparizione dei suoi siti europei per circa 30 minuti avvenuta domenica è stata causa di un guasto. Considerando che proprio Amazon fu una delle compagnie accusate di aver revocato i propri servizi a Wikileaks subito dopo la pubblicazione dei file USA, il dubbio che sul blackout temporaneo ci fosse la mano degli hacker c’è, e continua ad esserci, anche perché proprio ieri una gruppo anonimo di hacker ha dichiarato di voler attaccare Amazon e di avere come obbiettivo il sito delle autorità giudiziarie svedesi e di altri governi.





“E’ iniziata una guerra informatica – hanno comunicato gli hacker –l’informazione è libera, i governi non hanno voluto divulgare alcune informazioni, Wikileaks le ha rese pubbliche, la guerra è iniziata”.

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